Ricordi pugliesi di Inella

postato in: Inella Blog, Recensioni | 0

Rassegna delle gallerie

 

 

ricordi pugliesi

9 Settembre 1982

Ricordi pugliesi di Inella

 

“LUCENTEZZE SPECCHIANTI” DI MARANI:

Inella alla Galleria dei Rettori. E’ bello lasciarsi guidare verso una regione dal pittori-poeti che ivi nacquero. Così la Puglia — intense macchie di colore nel biancore abbacinante, voyerismo d’un teatro infantile — è già in pittura. Pensiamo a Giuseppe De Nittis. Oppure, venendo più vicino, Michelangelo Guacci. Oppure, arrivando alla mostra personale di cui trattiamo, Inella, pugliese di origine e sposa a Roma dell’istriano Livio Labor.

Acquerelli e abbozzi ad olio, sempre su carta, sempre con ammirevole freschezza. Il pulviscolo aereo e policromo del puntilismo o dei virgolati accoglie trasparenti, oggetti familiari delineati in punta di pennello a tinte vivaci, trepidante attesa delle macchie tonali — frutta, fiori, fronde — che andranno per ultime a deporsi in quei luoghi di quieto e diffuso animismo. Inella parla con le cose.

Al principiante che vuoi capire una pittura si consiglia di non ostinarsi a voler analizzare la superficie dipinta — non è li il segreto del quadro — e di andare oltre, al di la del quadro, verso l’immagine che illusoriamente c’è dietro. E un consiglio che va bene anche per chi dipinge. Inella lo ha seguito’ d’istinto quant’altri mai. Perciò ha tolto peso alle cose raffigurate e fatica al mestiere di raffigurarle. In superficie i suoi dipinti sono simili a quelli dei pittori di mano più leggera: il naturalismo estatico degli antichi cinesi (ne parlò Domenico Purificato) e la danzante lietezza dei colori-pennellate ad ala di farfalla di Raoul Dufy (vista da Ferruccio Ulivi).

Ma, dietro la leggerezza, c’è l’ “intermittenza del cuore” (Ulivi). Batte la dolente lontananza dei beni perduti: ricordi pugliesi, la poesia in morte del fratello. Batte anche — oltre ad una superficie immaginaria più vicina a noi di quella del dipinto, la superficie traforala dai movimenti che precedono d’un tempuscolo il posarsi del pennello sulla carta — le cadenze della modernità, l’iterazione dei segni, l’automatismo della scrittura.

Non conosco di persona Inella. Dopo aver visto i quadri, mi pare di aver parlato a lungo con lei, deliziosamente femminile, spontaneamente colta per fine gentilezza del carattere, privo di snobismi intellettualistici.

 

GIULIO MONTENERO

 

 

Ricordi pugliesi di Inella

 

Lascia un commento